“Accendere i riflettori sulla donazione di sangue e plasma è di primaria importanza. E quest’anno lo è ancora di più per recuperare la flessione del 2020. Ma siamo certi che, grazie alla sensibilità degli italiani, potremmo riprendere a crescere nella raccolta di questa risorsa strategica per il Paese”. E’ quanto afferma Danilo Medica, presidente del Gruppo Emoderivati di Farmindustria, in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue 2021, il cui evento globale istituito dall’Organizzazione mondiale della sanità viene ospitato in Italia presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Oggi, 14 giugno, il programma prevede fra le altre cose l’inaugurazione del Villaggio virtuale dei donatori. Alle 21 il Colosseo verrà illuminato di rosso. Lo slogan scelto per le celebrazioni 2021, ‘Give blood and keep the world beating’, ovvero ‘Dona il sangue e fai pulsare il mondo’, è un appello rivolto in particolare ai giovani.
“La pandemia da Covid-19 – sottolinea Medica – ha avuto infatti un impatto negativo sulla raccolta di plasma a livello internazionale e anche nel nostro Paese, evidenziando la vulnerabilità di questo settore. Un fenomeno da seguire con grande attenzione per assicurare continuità nelle forniture dei plasmaderivati. In Italia questa raccolta – nell’ambito del Programma di autosufficienza – garantisce una buona copertura dei fabbisogni, che per alcuni farmaci arriva al 70%. Tuttavia, nonostante il generoso impegno dei molti donatori, le quantità sono insufficienti per produrre tutti quelli necessari al trattamento dei nostri pazienti. Siamo quindi dipendenti per una parte comunque significativa dal plasma raccolto all’estero”.
Il plasma è una risorsa limitata, perché non sintetizzabile in laboratorio – ricorda il presidente del Gruppo Emoderivati di Farmindustria – la cui disponibilità dipende esclusivamente dalle donazioni volontarie. E a partire da queste occorrono circa 8-12 mesi per produrre e distribuire un farmaco plasma derivato”.
“Le imprese del farmaco che si occupano di Ricerca, produzione e accesso di farmaci plasmaderivati – conclude Medica – stanno facendo grandi sforzi per migliorare costantemente le tecnologie produttive per massimizzare le rese industriali, valorizzando così quanto raccolto con le donazioni, per rendere disponibili, secondo i massimi standard di qualità, più prodotti per i pazienti. Aziende che investono più della media manifatturiera e complessivamente contano in Italia oltre 1.700 addetti. E che sono impegnate anche in studi clinici con farmaci ad azione mirata contro il virus Sars-CoV-2 derivati dal plasma di pazienti guariti dalla Covid-19 e nella R&S di plasmaderivati per trattare in modo sempre più efficace un numero maggiore di patologie”.