“I brevetti costituiscono un riferimento essenziale per la divisione del lavoro innovativo in campo farmaceutico. Pensiamo alla molteplicità di traiettorie di ricerca che si sono aperte nella ricerca di nuovi vaccini efficaci contro Covid-19. Quale altro meccanismo di stimolo di esplorazione in condizioni d’incertezza avrebbe consentito di ottenere risultati analoghi?”. Così Fabio Pammolli, professore ordinario di Economia e Management del Politecnico di Milano, intervenendo al secondo incontro organizzato con il sostegno dell’Italian American Pharmaceutical Group (Iapg) e del Gruppo europeo e nipponico di Farmindustria (EUNIpharma), dal titolo ‘L’innovazione in sanità come volano della ripresa economica e sociale del Paese’, durante il quale si è discusso di come promuovere l’innovazione e di quali politiche economiche, industriali e sanitarie possono aumentare l’attrattività del nostro Paese per gli investimenti esteri nel settore farmaceutico.
La pandemia – è emerso dal webinar – ha accresciuto notevolmente la consapevolezza delle istituzioni italiane sull’importanza strategica del settore farmaceutico per il nostro Paese. Per cogliere queste opportunità di crescita, occorre tradurre questa consapevolezza in misure in grado di migliorare l’attuale governance della farmaceutica.
Nel dibattito sono state ricordate le criticità connesse all’equivalenza terapeutica, con le sue ricadute negative sulla tutela brevettuale. Ma il vero problema rimane il sottofinanziamento cronico della spesa farmaceutica per acquisti diretti, che accresce inoltre le difficoltà di accesso per i pazienti alle terapie innovative. L’innovazione e la tutela brevettuale sono inoltre penalizzate dall’attuale sistema di governance della spesa farmaceutica. Infatti, il sistema del payback impatta fortemente la spesa per acquisti diretti in cui sono presenti la quasi totalità dei farmaci innovativi e quelli coperti da brevetto.
Sempre sui brevetti, Pammolli non ha dubbi: “Nonostante tutti i vaticini di coloro che dicevano che il sistema dei brevetti avrebbe bloccato l’innovazione, abbiamo il problema opposto”. Con le terapie avanzate, evidenzia, “abbiamo la prova che non è vero che i brevetti stanno bloccando l’innovazione. L’innovazione farmaceutica, al contrario, sta generando un insieme di opportunità e di nuove soluzioni”.
E in merito alla proposta dell’ex ministro Lorenzin di trasformare la governance di Aifa, rendendola un’agenzia regolatoria capace anche di fare promozione della ricerca e della scienza, il docente PolMi è più che favorevole: “Credo che Aifa debba modernizzarsi profondamente e presto; credo che debbano modernizzarsi profondamente e presto anche le Direzioni generali del ministero della Salute. Penso che ci sia un profondo iato tra la qualità della regolazione che viene espressa da Aifa e la qualità dell’intervento di programmazione delle Direzioni generali del ministero della Salute, e la complessità delle vicende che stiamo vivendo”.