Esattamente 40 anni fa, il 4 dicembre 1980, un comunicato congiunto di Robert Plant, Jimmy Page e John Paul Jones, mise fine alla straordinaria epopea rock dei Led Zeppelin, a poco più di due mesi dalla morte di John Bonham, avvenuta il 25 settembre dello stesso anno. “Desideriamo rendere noto che la perdita del nostro caro amico e il profondo senso di rispetto che nutriamo verso la sua famiglia ci hanno portato a decidere – in piena armonia tra noi ed il nostro manager – che non possiamo più continuare come eravamo”, scrissero i tre.
A ricordare l’importanza di quella data e del segno lasciato dal gruppo britannico, tra il 1968 e il 1980, nella storia del rock e nella nascita dell’hard rock, è un fan d’eccezione, l’attore e regista Carlo Verdone, che affida all’Adnkronos il suo pensiero: “I Led Zeppelin – dice Verdone, grande appassionato di musica e musicista lui stesso, nonché collezionista di dischi – sono stati quattro musicisti di immensa personalità, assolutamente originali nel suono, nel ritmo e nella voce di Robert Plant. Jimmy Page, il chitarrista, portò l’esperienza precedente con gli Yardbirds ad un’evoluzione mai immaginata. Potenza, delicatezza, riff trascinanti, ritmo imponenente (costruito dal più grande batterista rock di tutti i tempi, John Bonham) fanno dei Led Zeppelin una band immortale”, sottolinea Verdone.
Il segreto dell’attualità dei Led Zeppelin è per Verdone facile da spiegare ed eccezionale al tempo stesso: “I loro brani non invecchiano – aggiunge il regista con l’Adnkronos – per il semplice motivo che erano avanti vent’anni nella costruzione della loro musica. All’epoca, quando uscì il loro primo album, ci rendemmo conto che stavamo ascoltando quello che aspettavamo avvenisse. Dobbiamo dire grazie a Jimmy Page per aver azzardato alchimie col suono della chitarra, portando questo strumento alla sua vera apoteosi. Con loro si chiude l’epoca delle grandi rock band formate da quattro solisti formidabili”, conclude Verdone, che ha fatto della musica, dei musicisti e degli strumenti musicali una costante nel suo cinema, oltre che nella vita.
Verdone lontano da set suona la batteria ma proprio la batteria è protagonista in una scena del suo film d’esordio ‘Un sacco bello’; Lucio Dalla e gli Stadio hanno un ruolo fondamentale in ‘Borotalco’ non solo nella colonna sonora; gli Stadio sono presenti anche nel successivo ‘Acqua e Sapone’ con l’omonimo brano (scritto da Vasco Rossi e musicato da Gaetano Curreri); la biografia e la musica di Jimi Hendrix sono protagonisti di ‘Maladetto il giorno che t’ho incontrato’ dove Verdone interpreta il giornalista musicale Bernardo.
La musica tiene banco anche in ‘Sono pazzo di Iris Blond’ dove Verdone interpreta il cantante e musicista Romeo; in ‘L’amore è eterno finché dura’ il regista fece l’impossibile per riuscire ad includere alcuni secondi di un concerto di Joe Cocker; in ‘Troppo Forte’ la colonna sonora è curata dall’amico cantautore Antonello Venditti, con cui Verdone condivide la fede giallorossa e in diverse occasioni anche il palco dei concerti, sedendosi alla batteria per un cameo musicale.
(di Antonella Nesi)