di Ilaria Floris
Ieri protagonista dell’anno per la sua performance nel film di Emanuela Giordano ‘Il suono della voce’, come finalista dei Documentari ai Nastri d’Argento 2020. Oggi, vincitrice di ben due Targhe Tenco, quella come Miglior interprete di canzoni con l’album ‘Morabeza’ e per la Miglior canzone singola con ‘Ho amato tutto’. E’ un momento magico per Tosca, che racconta così la sua emozione all’Adnkronos. “Non mi aspettavo niente, è tutto così strano. Ho fatto un documentario e l’ho fatto per gioco, poi il materiale che ho fatto era bellissimo e quindi abbiamo pensato di andare a Rai Cinema. Ma da lì, a vincere….”.
Il film, dal titolo ‘Il Suono della Voce’ come il brano scritto per le da Ivano Fossati, è il resoconto per immagini del tour brasiliano dell’artista, e documenta il desiderio di contaminare la musica italiana con altre lingue, l’incontro e i duetti di Tosca con artisti illustri nel corso delle varie tappe del tour. “Io sono nipote di migranti -dice Tosca- integrazione e accoglienza sono per me la mia bandiera. Volevo raccontare quanto fosse importante non solo la musica ma l’altra cultura”.
I premi ricevuti l’hanno commossa fino alle lacrime. “Ho pianto tanto -rivela l’artista, reduce dal successo di ‘Ho amato tutto’ a Sanremo- perché si sono aperte delle porte. La canzone che ho portato a Sanremo è stata nel cassetto per cinque anni. Amadeus, scegliendomi per partecipare, ha saputo coniugare una musica più ricercata con il gusto popolare. Non esiste la musica difficile, esiste la musica bella o brutta, basta porsi con la naturalezza e la semplicità con cui la musica nasce”.
Tosca rivela infine a chi vuole dedicare il prestigioso Premio Tenco: “Io voglio dedicare questo premio a tutte le nuove generazioni musicali, quelle scevre dalla competizione. Quelle che amano solo cantare e suonare, e che il loro successo scaturisca dalla loro strada, la maturità artistica, la loro esigenza di fare musica. Come qualsiasi altro lavoro che si rispetti”.