Applausi, contestazioni, insulti e ‘cinguettii’ in difesa. Nel giorno in cui Platinette definisce l’utero in affitto “più violento” di uno stupro e ‘boccia’ la legge contro l’omotransfobia, i social si spaccano creando due fronti opposti e in scontro. Da una parte, infatti, c’è chi accusa i contestatori di non consentire a Mauro Coruzzi “di esprimersi liberamente e democraticamente”, definendo l’atteggiamento della comunità Lgbt “fascismo rosso”. Dall’altra, la rabbia degli utenti che puntano il dito contro l’opinionista tv “che dall’alto del suo privilegio offende, insulta, svilisce e sminuisce tutti noi e ciò che tanti subiscono quotidianamente”.
“Platinette (drag queen, non trans) ha fatto spettacolo in un mondo dove il gay doveva essere una macchietta pazzerella e nient’altro. Non è colpa sua, è stato semplicemente istituzionalizzato, per fare contenti quelli che dicono ‘Ho tanti amici gay'”, recriminano, mentre a rispondere è chi accusa i contestatori di “ipocrisia”: “La comunità LGBT odia #Platinette che non approva il reato d’odio”. E ancora: “Platinette ha ragione, guardate gli arcobalenini come la insultano. Non ha senso una legge contro l’omofobia perché esistono già leggi che tutelano le discriminazioni e la violenza, non esistono violenze di seria e serie b. Ipocriti”, scrivono, mentre dall’altra parte della barricata replicano: “La libertà di espressione/opinione finisce quando va ad intaccare la libertà altrui. Non è difficile da capire”. E a chi tuona contro “la lobby gay” che “metterà a tacere una persona libera”, ecco pronta la risposta: “ma quale lobby, Platinette è solo fuori dal mondo reale”, mentre il problema è la “gente che viene a piagnucolare di voler essere libera di discriminare di fronte a gente che prende botte e rischia la vita ogni giorno”.