“Da questa esperienza non sono ancora uscito, questi incontri mi hanno cambiato la vita”. Gianfranco Rosi, protagonista oggi in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con ‘Notturno’, non nasconde l’emozione che ha accompagnato questo lavoro. Un affresco sulla situazione del Medio Oriente, attraverso le storie di otto persone che vivono una “vita quotidiana in bilico sull’inferno”, sottolinea il regista, il cui documentario arriva da domani in sala, prima di partire per un lungo tour nei principali festival di tutto il mondo: Toronto, New York, Telluride, Londra, Busan e Tokyo.
“Il film – ha spiegato il regista già premiato con il Leone d’Oro a Venezia per ‘Gra’ – nasce con una necessità: dopo Fuocammare andare dall’altra parte del mare, avvicinandosi ad un mondo complesso, per me sconosciuto nei luoghi, nei linguaggi, nei confini. Volevo raccontare una vita quotidiana in bilico sull’inferno e documentare dove finisce la breaking news del tg e dare il tempo alle storie”.
Girato nel corso di tre anni in Medio Oriente sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano, Notturno racconta la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS. Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là delle divisioni geografiche. Tutt’intorno, e dentro le coscienze, segni di violenza e distruzione: ma in primo piano è l’umanità che si ridesta ogni giorno da un Notturno che pare infinito. Notturno è un film di luce dai materiali oscuri della storia.
La regia, fotografia e suono sono di Gianfranco Rosi, il montaggio di Jacopo Quadri, con la collaborazione di Fabrizio Federico.