E’ morto a 72 anni Stefano D’Orazio, uno dei pilastri dei Pooh. Batteria, voce e flauto traverso e anche uno degli autori dei testi, classe 1948. A dare l’annuncio della sua morte l’amico Bobo Craxi che su Twitter ha pubblicato una foto sorridente del musicista e la frase “Stefano amico mio. Suona e scrivi anche da lassù. Ciao!”.
I compagni dell’avventura di una vita, gli altri componenti dei Pooh, lo salutano sulla pagina Facebook di uno di loro, Dodi Battaglia: “Stefano ci ha lasciato”.
“Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia. Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Dodi, Red, Riccardo”.
Red Canzian, intervistato dall’Adnkronos, ha raccontato con voce rotta il suo dolore per l’amico e collega di una vita. “Non aver potuto stargli vicino, tenergli la mano a causa del covid, ha reso il dolore ancora più assurdo, insopportabile”, ha detto.
Bobo Craxi: “Stefano aveva sofferto molto negli ultimi anni”
Alla musica e all’adorata batteria D’Orazio si era avvicinato negli anni del liceo, con il gruppo The Kings, prima band cui seguono, stessi componenti nuovo nome, The Sunshines. Con loro l’esordio da paroliere firmando ‘Ballano male’.
Per vivere di musica D’Orazio declina l’arte in ogni direzione, incrocia anche Carmelo Bene fornendo la colonna sonora del suo spettacolo ‘Osram’, poi entra nel gruppo Italo e il suo complesso, che diventa in breve ‘I naufraghi’. Apre due ‘Cantine Club’ a Roma e lavora per la Rca, fa la comparsa a Cinecittà, comparendo in una decina di film tra cui diversi spaghetti western e una pellicola con Totò. Il suo peregrinare da un gruppo all’altro, complice la velocità con cui le formazioni si formavano e si trasformavano in quegli anni, si ferma nel 1971 quando entra nei Pooh sostituendo Valeri Negrini che da quel momento in avanti sarà solo autore dei testi, coinvolgendo via via anche D’Orazio in quest’altra faccia della musica.
La storia dei successi dei Pooh e dei successi di D’orazio con i Pooh, che gli fanno tirare fuori anche la voce oltre alla musica e alle parole, si srotola fino al 30 settembre 2009 (era iniziata esattamente l’8 settembre 1971) quando lascia il gruppo dopo un tour di 38 date conclusosi a Milano. Nel 2015 rientrerà nel gruppo in occasione del cinquantennale, per il quale torna a scrivere (Tante storie fa, Le cose che vorrei, Ancora una canzone). Numerosi, fra le due fasi con i Pooh e dopo la seconda i progetti solisti, comprese diverse incursioni nel mondo del musical, fra le altre la stesura dei testi italiani del musical ‘Mamma Mia’ su richiesta degli Abba, ‘Aladin’ scritto da lui, ‘Pinocchio’ di cui scrive i testi, ‘W Zorro’, ‘Cercasi Cenerentola’.
Il “Covid ci ha portato via leggenda”