777 sono i chilometri che separano via Ventura 6 a Milano e via dei Mille 60 a Napoli, rispettivamente Prometeo Gallery Ida Pisani e Pan – Palazzo delle arti di Napoli. 96 sono le ore che Omar Hassan ha impiegato per attraversare l’talia andata e ritorno, disallestire la sua mostra personale di Napoli e allestire la nuova a Milano rimarcando, di fatto, la vena performativa che lo contraddistingue come pittore. Con queste premesse inaugura domani, giovedì 2 luglio, SOPRA/SOTTO, la mostra che convalida il rapporto tra l’artista di origini egiziane e la galleria. Fedele ai principi di Prometeo Gallery, l’artista di origini egiziane, che è un ex pugile ed è noto alle cronache per essere stato fidanzato con la cantante Nina Zilli, non resta immobile di fronte a un panorama confuso per darsi tempo affinché torni a essere nuovamente nitido. Anzi, con il suo spirito combattente e la sua affine ricerca pittorica concretizza le idee di movimento e di azione locale, come se il tempo non avesse finalità, ma fosse incluso e compreso.
Lavorando sulle distanze e sulle vicinanze, non solo come una pratica comune dello spazio e del tempo, ma come un vero e proprio modo di vedere, Omar Hassan dà la possibilità di calarsi in una posizione privilegiata, ovvero ‘in-tra-fra’ un tempo che trapela negli spazi interstiziali e apparentemente inessenziali entro cui si infiltra la vita. Quando indossa i guantoni da boxe (Breaking Through). Quando lascia traccia del tempo che impiega nelle sue produzioni (Timelines). Quando ripete come un gesto quotidiano punti a spray spingendo verso la sintesi di street art, razionalità e irrazionalità, con un riferimento diretto alla sua vita privata (Injection). Quando dipinge su riproduzioni della Nike di Samotracia o sui tappi delle bombolette spray (Caps). Omar Hassan riesce nell’ambiziosa volontà di dare forma tangibile a un tempo di difficile definizione, che per definizione non può essere rappresentato né compreso.
Questo dando al corpo delle sue opere il carattere del risultato di un’addizione, ovvero la somma di azione e di idea, andando oltre la semplice descrizione di quel che accade per dare invece la possibilità di comprendere la portata estetica, la natura e la qualità dei processi del suo gesto. Così ci si può insediare nella totalità della superficie espositiva e insinuare negli intervalli che intercorrono tra l’una e l’altra opera, incoraggiati a rimettersi in discussione e a usare il proprio sguardo in modo diverso per abitare il tempo ‘in-tra-fra’.