Gallerista di fama, editore e storico e critico dell’arte, francese naturalizzato italiano, Philippe Daverio, che amava definirsi “cittadino europeo” e che si era specializzato nell’arte italiana del Novecento, a cavallo tra gli anni Novanta e i Duemila era diventato un noto volto televisivo, un brillante divulgatore, grazie a programmi culturali su Rai 3 che hanno decretato la sua popolarità.
Daverio è stato un eclettico personaggio che ha catturato l’attenzione del pubblico (portando l’arte direttamente nelle case degli italiani) non solo per la sua bravura, ma anche per il suo modo di vestire, con un coraggioso ed originale look da dandy, ispirato alle fantasie dei tanti quadri da lui ammirati: la sua forte personalità gli ha permesso di indossare con estrema disinvoltura abiti variopinti, abbinando con audacia colori sgargianti, righe, pois e quadretti, con cappelli, papillon, giacche e gilet. Attivo fino all’ultimo, Philippe Daverio, stroncato da un tumore quasi alla soglia del 71esimo compleanno (si è spento la notte scorsa all’Istituto dei Tumori di Milano), aveva tenuto riservata la malattia che lo attanagliava da tempo.
Nato il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, nella regione francese dell’Alsazia, da padre italiano e madre alsaziana, dopo il liceo scientifico francese, Daverio arrivò in Italia per gli studi universitari, frequentando il corso di laurea in economia e commercio presso l’Università Bocconi di Milano, città dove hanno avuto inizio le sue molteplici attività legate all’arte.
Iniziò la carriera come mercante d’arte. Quattro le gallerie d’arte moderna da lui inaugurate, due Milano e due a New York: a prima, la “Galleria Philippe Daverio”, nel 1975 a Milano in via Montenapoleone n. 6, dedicata all’arte italiana del XX secolo, presso la quale nel 1984 viene anche aperta una libreria d’arte, a cui segue nel 1986 la “Philippe Daverio Gallery” a New York, anch’essa specializzata nell’arte del XX secolo, e nel 1989 una seconda galleria a Milano in Corso Italia n. 49, con uno spazio dedicato all’arte contemporanea.
Specializzato in arte italiana del XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio internazionale del Novecento (futurismo, metafisica, scuola romana). Assessore al Comune di Milano dal 1993 al 1997 nella giunta del sindaco leghista Marco Formentini, con le deleghe alla Cultura, al Tempo Libero, all’Educazione e Relazioni Internazionali, si è occupato in particolare della ricostruzione del Padiglione d’Arte Contemporanea distrutto a seguito dell’esplosione della bomba mafiosa del 27 luglio 1993 partendo dalla ricerca degli sponsor, al coordinamento degli interventi sia tecnici sia amministrativi.
Nel 1994 con provvedimento della Giunta comunale Daverio si è occupato della ristrutturazione di tutto l’edificio costituente il Palazzo Reale ed il suo adattamento a Museo d’arte contemporanea; nel gennaio 1995 è stata riaperta al pubblico la Sala delle Cariatidi in occasione della mostra di Richard Avedon, da lui curata, e sono poi state realizzate importanti e numerose mostre, con un riposizionamento completo del sistema museale nell’insieme del patrimonio civico.
Si è anche occupato del restauro del Teatro alla Scala, ed è stato fra i promotori delle fondazioni (Fondazione Teatro alla Scala, Fondazione Pierlombardo, Fondazione dei Pomeriggi Musicali) intese, nelle sue parole, “quali strumento di autonomia e di osmosi tra pubblico e privato nelle istituzioni culturali”. Ha inoltre promosso e seguito alcuni lavori pubblici significativi, tra cui il completamento del Piccolo Teatro e del Teatro dell’Arte in Triennale.
Nel 1995 ha realizzato una grande rassegna intitolata “Festival dei Teatri d’Europa” in collaborazione con Giorgio Strehler, insieme di spettacoli in collaborazione con i principali teatri europei. Dal 1993 al 1997 ha organizzato i “Grandi Eventi” per Milano (a Natale per la prima volta venne realizzata una pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza Duomo; per la Festa di San Valentino l’apertura al pubblico di Palazzo Marino; in estate ‘Milano a cielo aperto’ e ‘Musiche nei cortili’). Nel 1996, nell’ambito di un più vasto quadro di interventi del Comune di Milano volto alla riqualificazione di spazi irrisolti nel centro storico della città, ha partecipato al nuovo progetto di piazza San Babila con la fontana di Luigi Caccia Dominioni.
Philippe Daverio si è sempre definito uno storico dell’arte, e così lo ha scoperto il pubblico televisivo di Raitre: nel 1999 in qualità di “inviato speciale” della trasmissione “Art’è”, nel 2000 come autore e conduttore della trasmissione “Art.tù”, poi dal 2002 al 2012 autore e conduttore di “Passepartout”, programma d’arte e cultura divenuto “Il Capitale”, e del programma del 2011 “Emporio Daverio” per Rai 5, una proposta di invito al viaggio attraverso l’Italia, “un’introduzione al museo diffuso e uno stimolo a risvegliare le coscienze sulla necessità d’un vasto piano di salvaguardia”.
Come gallerista ed editore – nel 1981 fonda la casa editrice Edizioni Philippe Daverio: il primo libro pubblicato è del 1977, “Guido Balsamo Stella, opera grafica e vetraria”, e nel 1984 una libreria annessa alla galleria di via Montenapoleone a Milano – ha pubblicato una cinquantina di titoli, alcuni dei quali pubblicati in accordo editoriale con Leonardo Mondadori dal 1981 (Catalogo ragionato dell’opera di Giorgio de Chirico fra il 1924 e il 1929; Catalogo generale e ragionato dell’opera di Gino Severini).
Diverse sono le sue pubblicazioni scientifiche, e numerose quelle divulgative; consulente per la casa editrice Skira, dal 2008 ha diretto per la casa editrice Giunti di Firenze la rivista “Art e Dossier” ed è stato commentatore, tra le altre testate, per “Corriere della Sera”, “Il Sole 24Ore”, “Avvenire”, “Giornale dell’Arte”, “National Geographic”, “Touring Club”, “Vogue”, “Panorama”, “Liberal”, “Gente”, “L’Architetto” e “QN Quotidiano Nazionale”.
Tra le ultime pubblicazioni, nel 2011 è uscito il volume “Il Museo Immaginato”, edito da Rizzoli, e nel 2012 il volume “Il Secolo lungo della Modernità”, per la stessa casa editrice, con cui nel 2013 ha pubblicato “Guardar lontano veder vicino. Esercizi di curiosità e storia dell’arte”, seguito a fine 2014 da “Il secolo spezzato delle avanguardie”. Nel 2015 sono usciti i volumi “La buona strada”, “L’arte in tavola” e “Il gioco della pittura”, sempre editi da Rizzoli. Tra i suoi libri più recenti “Ho finalmente capito l’Italia. Piccolo trattato ad uso degli stranieri (e degli italiani)” (Rizzoli, 2017); “Grand Tour d’Italia a piccoli passi. Oltre 80 luoghi e itinerari da scoprire” (Rizzoli, 2018); “Quattro conversazioni sull’Europa” (Rizzoli, 2019); “La mia Europa a piccoli passi, Collana illustrati” (Rizzoli, 2019). I suo ultimo libro, “Racconto dell’arte occidentale dai greci alla pop art”, è uscito a luglio da Solferino Editore.
Daverio si è occupato anche di strategia ed organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati e ha svolto attività di docente presso atenei ed istituti di diverse città: è stato incaricato di un corso di storia dell’arte presso lo Iulm di Milano, laurea in Comunicazione e gestione dei mercati dell’arte e della cultura; ha svolto diversi corsi di storia del design presso il Politecnico di Milano, e dal 2006 era professore ordinario di disegno industriale presso l’Università degli Studi di Palermo.
Nel 2013 ha ricevuto dal presidente della Repubblica italiana il Cavalierato delle Arti e delle Lettere e la Medaglia d’Oro di benemerenza del ministro per i Beni Culturali; sempre nel 2013 è stato insignito dal presidente della Repubblica Francese della Légion d’Honneur; dal settembre 2014 era direttore artistico del Grande Museo del Duomo di Milano, e dal 2015 membro del comitato scientifico della Pinacoteca di Brera e Biblioteca nazionale Braidense.
di Paolo Martini