Luc Besson porta sul grande schermo il celebre fumetto Valerian e la città dei mille pianeti, di cui si innamorò quando era solo un bambino
Arriva al cinema l’ultimo film di Luc Besson: Valerian e la città dei mille pianeti. Una pellicola di fantascienza tratta da un celeberrimo fumetto francese, ideato nel 1967 dallo scrittore Pierre Christin e dal disegnatore Jean-Claude Mézières, tradotto e distribuito in tutto il mondo.
Il colossal, nei cinema italiani dal 21 settembre, è il sogno da bambino del celebre regista, che a soli dieci anni si innamorò della serie a fumetti e decise che ne avrebbe fatto un film. Se ha aspettato tanto tempo per realizzarlo, è stato solo perché ha voluto aspettare che la tecnologia potesse rendere al meglio le atmosfere e le ambientazioni della serie. Con questa pellicola, Luc Besson torna così al genere fantascientifico, dopo le grandi esplorazioni thriller e a venti anni esatti dall’uscita de Il quinto elemento.
Una lunga fase di gestazione, dunque, dato che già dal 2012 si era cominciato a vociferare della possibilità di uscita di questa colossale space opera, confermata nel 2015 con l’arruolamento dei protagonisti: Dane DeHaan (l’Harry Osborne di Amazing Spider-Man 2 e protagonista di La cura del benessere di Gore Verbinski) e Cara Delevingne (già in Suicide Squad). In lavorazione dal gennaio 2016, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia hanno potuto vederlo già da luglio.
In ben 137 minuti, la pellicola raccoglie tutte le idee che il regista ha messo da parte in questi anni, studiando e appassionandosi ancora di più alla storia, causando così un’incessante flusso di azione che non lascia tregua allo spettatore. L’obiettivo di Valerian e Laureline è quello – classico – di salvare il mondo, alternandosi tra mondi reali e virtuali in un futuristico 2420.
Valerian e la città dei mille pianeti è la produzione francese con il più alto budget di sempre: 197,47 milioni di euro dichiarati, che superano ampiamente i 78 milioni di Asterix alle Olimpiadi, che deteneva il record in precedenza.