Enrico Mentana parla della storia di Satnam Singh, il migrante morto dopo essere stato abbandonato in strada con il braccio amputato dal proprietario del campo dove lavorava: il discorso virale.
Ha provocato tanta indignazione la storia di Satnam Singh, il giovane migrante indiano morto dopo un grave incidente in un’azienda agricola dell’agro Pontino per la brutalità con la quale il proprietario del terreno dove lavorava si è comportato dopo che un macchinario ha amputato di netto il braccio del ragazzo, che per tentare di divincolarsi dalla morsa della barra di metallo ha subito anche fratture alle gambe: mentre la moglie pregava il proprietario di accompagnarlo in ospedale, questi lo ha caricato su un furgone e abbandonato davanti alla sua abitazione, poggiando il braccio in una cassetta della frutta e lanciandolo in strada. L’uomo è morto dopo due giorni di incredibili sofferenze al San Camillo di Roma. Della vicenda del migrante morto con il braccio amputato hanno parlato in tanti, soprattutto Enrico Mentana che, al TG La7, si è lasciato andare ad un toccante discorso diventato virale.
Satnam Singh, il migrante morto con il braccio amputato: il discorso di Enrico Mentana diventa virale
Il direttore del TG La7, nel trattare la storia di Singh, ha così esordito: “Noi parliamo dei migranti tante volte, sono oggetto di campagna elettorale. E l’immagine non è mai quella di un cingalese o di un indiano, è quella di un enorme africano nero che noi associamo al traffico della droga o a violenze di qualsiasi tipo, anche perché questa è la retorica narrativa di questi anni“.
Poi ha aggiunto: “Ma noi dobbiamo sapere che gran parte dell’economia italiana ruota intorno a queste persone, che poi scopriamo essere irregolari, in nero, sottopagate. Una volta si diceva pietosamente che l’ingiustizia è che vengono chiamati in Italia per fare lavori che vengono rubati agli italiani perché loro costano meno“.
E ancora: “La verità che dobbiamo dirci è che tante persone, centinaia di migliaia di immigrati irregolari vengono chiamati da noi per fare i lavori che noi non vogliamo più fare. Ci siamo divisi in due tipi di razzisti, se posso dirla in questi termini: quelli che proprio non vogliono stranieri e migranti e quelli che li vogliono per fare questi lavori lontano dai nostri occhi, lontano dalle nostre garanzie retributive e anche previdenziali, facendo quelle cose che ci permettono di andare avanti. Un paese che si dedica soltanto ai lavori che i giovani italiani vogliono fare, senza dedicarsi ad altro. Tanto ci pensano coloro che in qualche modo arrivano da noi. E non soltanto nelle campagne: ci sono città nel Nord-Est, come Monfalcone, dove c’è un immigrato dal Bangladesh ogni quattro italiani. E chi li ha chiamati? E a cosa servono?”
La conclusione di Enrico Mentana è un quadro generale sull’immigrazione, anche oltre la terribile storia del migrante abbandonato in strada con il braccio amputato: “E poi ci lamentiamo se sono tanti o se tutti messi insieme in una baraccopoli svolgono i loro riti religiosi o di altro tipo. Cosa dovrebbero fare? Stare zitti e muti? Li abbiamo chiamati per fare che cosa? I lavori che volevamo fare noi o quelli che noi non vogliamo più fare? Non è né di destra né di sinistra questo. Ho sentito la ministra, potevamo sentire anche l’opposizione, c’è chi ha portato in parlamento chi doveva essere il rappresentante di questi senza volto e sappiamo com’è andata a finire. È soltanto il momento che tutti ci rendiamo conto di cosa siamo e di cosa è diventato il nostro paese“.
Il discorso è in breve diventato virale sui social, raccogliendo tantissimi commenti, come “Ecco, basterebbe l’ultima frase: chi siamo e cosa è diventato il nostro paese. Provo un profondo senso di frustrazione per tutto questo“. Oppure: “Il più grande e profondo giornalista che abbiamo in Italia, forse l’unico che va oltre le dinamiche del mestiere e ci mette davvero umanità“. E ancora: “Mi sono commossa e indignata contemporaneamente. Grande giornalista Mentana che ha avuto la sensibilità di aprire il TG con questa notizia, invece di relegarla in fondo all’edizione come in altre redazioni“.
La reazione di Rita dalla Chiesa al discorso di Mentana: il commento sotto il video del TG La7. Cosa ha scritto
Tra i tanti commenti comparsi a riguardo c’è anche quello di Rita Dalla Chiesa che, sotto la pagina ufficiale di La7 ha commentato così: “Da stare male. Cosa siamo diventati??? Un orrore di indifferenza. Grazie per questo tuo intervento, per me un grande e vero giornalista sei tu“.
Da stare male. Cosa siamo diventati??? Un orrore di indifferenza. Grazie per questo tuo intervento, per me un grande e vero giornalista sei tu, #EnricoMentana.
— rita dalla chiesa🇮🇹 (@ritadallachiesa) June 19, 2024
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