(Adnkronos) – Msd ha annunciato la pubblicazione online sulla rivista ‘Expert Review of Vaccines’ di una revisione sistematica aggiornata che ha preso in esame l’efficacia di campo e l’impatto globale della vaccinazione anti Papillomavirus umano (Hpv) con il vaccino ricombinante quadrivalente (tipi 6, 11, 16 e 18). Dalla revisione – riferisce una nota – emerge che l’uso del vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente ha portato a una riduzione dei tassi di lesioni cervicali di alto grado (precancerose) e di basso grado, nonché a una riduzione di alcune patologie non cervicali correlate ad Hpv e dell’infezione da Hpv in donne e uomini.  

Il documento, che ha riguardato 138 studi sottoposti a peer-review pubblicati tra il primo marzo 2016 e il 31 marzo 2020, analizza l’impatto e l’efficacia di campo del vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente implementato nei programmi di immunizzazione di 23 Paesi in Africa, Asia, Europa, Australia, Sud America e Nord America, e aggiorna i dati di una precedente revisione dei dati real-world pubblicata nel 2016. Per quanto la ricerca abbia incluso il vaccino 9-valente, per il periodo 2016-2020 non sono stati pubblicati studi che ne abbiano valutato impatto ed effectiveness.  

L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di includere la vaccinazione per Hpv nei programmi nazionali di immunizzazione, poiché la prevenzione del cervicocarcinoma e delle altre patologie correlate all’Hpv rappresenta una priorità di sanità pubblica. In Italia, il vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente è indicato per l’impiego a partire dai 9 anni di età per la prevenzione di lesioni genitali precancerose (del collo dell’utero, della vulva e della vagina), lesioni anali precancerose, tumori del collo dell’utero e tumori anali causati da vari tipi oncogenici di Hpv, e lesioni genitali (condilomi acuminati) causate da tipi specifici di Hpv. Non solo: il Piano nazionale prevenzione vaccinale prevede la vaccinazione gratuita a tutti gli adolescenti maschi e femmine a partire dalla coorte dei 12enni in tutte le regioni. Inoltre, raccomanda la vaccinazione delle donne di 25 anni di età con vaccino anti-Hpv, utilizzando l’occasione opportuna della chiamata al primo screening per la citologia cervicale (Pap test), oltre alla raccomandazione di utilizzo della vaccinazione secondo gli indirizzi delle Regioni (regime di co-pagamento) per tutte le donne. 

“A partire dalla sua prima autorizzazione nel 2006, il vaccino per Hpv ricombinante quadrivalente è stato ampiamente usato nei programmi di immunizzazione nazionale di tutto il mondo e ciò ha permesso ai ricercatori di studiare l’impatto della vaccinazione per Hpv in una grande varietà di popolazioni e setting – afferma Ravinder Dhawan, vicepresidente e responsabile del Center for Observational and Real-world Evidence di Merck Research Laboratories – Questi dati real-world di oltre 100 studi pubblicati dimostrano una riduzione delle infezioni da Hpv provocate dai tipi coperti dal vaccino e delle patologie correlate, e rappresentano un importante monito a fare di più per estendere la vaccinazione a uomini e donne, nel quadro della lotta globale per ridurre l’incidenza di determinati tumori e patologie correlati ad Hpv”. Oltre all’inclusione di dati real-world da un numero maggiore di Paesi rispetto alla precedente revisione pubblicata nel 2016, sono stati osservati anche gli effetti a lungo termine della vaccinazione per Hpv. 

I trial clinici condotti con i due vaccini disponibili (bivalente e quadrivalente) – prosegue la nota – hanno mostrato un’efficacia elevata verso le lesioni precancerose e cancerose del collo dell’utero, superiore al 90% nella popolazione che al momento dell’arruolamento era Hpv Dna-negativa per i tipi di Hpv contenuti nel vaccino (naïve). Pertanto, al fine di garantire la massima efficacia della vaccinazione, l’Oms raccomanda di vaccinare prima del debutto sessuale, cioè prima di un’eventuale esposizione all’infezione da Hpv, e ha individuato come target prioritario del programma vaccinale le ragazze pre-adolescenti dai 9 ai 13 anni. 

Le riduzioni maggiori sono state osservate nelle fasce di età più giovani (14-17 anni), con una riduzione fino al 73% delle lesioni cervicali precancerose tra le donne vaccinate. Coerentemente con la revisione precedente, una riduzione dell’incidenza di condilomi anogenitali continua a essere osservata nelle donne delle fasce di età target della vaccinazione, con le riduzioni più significative (fino all’88%) osservate nei gruppi di età più giovane. Nella revisione sono stati valutati anche 16 studi sugli endpoint di patologie non cervicali. Dai risultati emerge una costante diminuzione complessiva della prevalenza di infezione anale negli uomini, con una variabilità osservata secondo il tipo di Hpv. In uno studio è stata osservata una notevole riduzione nelle forme anali precancerose di alto grado (Hgain, high-grade anal pre-cancers) tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini vaccinati rispetto ai non vaccinati.