(Adnkronos) – “La malattia veicolata dall’Herpes zoster, comunemente chiamata ‘fuoco di Sant’Antonio’, interessa in particolar modo i pazienti con fragilità e coloro che hanno più di 65 anni. Causata dalla riattivazione del virus della varicella, resa possibile a sua volta da una ridotta risposta immunitaria, la malattia non è di per sé mortale – come possono esserlo invece influenza o polmonite pneumococcica – ma il dolore e le disabilità che questa può comportare compromettono gravemente la qualità della vita e la salute di chi viene colpito”. Lo ha detto Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva, l’associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, a margine del suo intervento all’incontro ‘Strategie e strumenti per aumentare la prevenzione vaccinale contro l’Herpes zoster’, organizzato per promuovere la prevenzione vaccinale contro l’Herpes zoster e parte di un più ampio progetto di sensibilizzazione che comprende la campagna sociale e lo spot #MiVaccinoNonMiAccendo. 

“Il fuoco di Sant’Antonio – ha proseguito Bernabei – può infatti portare serie complicanze: si va dalla perdita della vista, qualora il virus attacchi le fasce nervose che attengono all’occhio, alla nevralgia post-erpetica, caratterizzata da un dolore lancinante – resistente perfino agli oppiacei – nelle sedi in cui il patogeno si è indovato. Oggi però – conclude il presidente di Italia Longeva – esiste la possibilità di fare prevenzione con una percentuale di efficacia superiore al 90%: si tratta del primo vaccino contro l’Herpes zoster, rimborsato dal Ssn per i cittadini che hanno più di 65 anni, che garantisce longevità e una migliore qualità della vita”.