(Adnkronos) – L’esperienza della vaccinazione anti Herpes Zoster “credo sia importante e sia nella radice della legge 69/2009 che spinge il farmacista alla prevenzione, di cui la vaccinazione è un esempio. Oltre 3,5 milioni di inoculi anti-Covid sono stati fatti in farmacia e sull’influenza stiamo registrando una crescente richiesta da parte del paziente: il sabato mattina è la giornata principe e in questo c’è grande disponibilità dei professionisti. Sono 40mila i farmacisti vaccinatori già formati”. Lo afferma Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti italiani (Fofi), nel suo intervento di questa mattina all’evento di Italia Longeva ‘Strategie e strumenti per aumentare la prevenzione vaccinale contro l’Herpes Zoster’. 

Il convegno – con il patrocinato di Regione Lombardia, Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Lombardia, Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), Società italiana di igiene (Siti) e il contributo non condizionante di Gsk – ha riunito istituzioni, esperti e attori della sanità per confrontarsi sulle strategie più efficaci per innalzare le coperture vaccinali e condividere le esperienze virtuose implementate sul territorio. “Sull’anti-Zoster – sottolinea Mandelli – per il contatto con il cittadino, il farmacista può essere non solo la persona che inocula, ma quella con cui il cittadino, per il particolare rapporto di fiducia, parla con più confidenza. L’anziano che ha un dubbio sulla salute preferisce andare dal professionista con cui ha un rapporto forte”. 

Durante l’evento è stato presentato lo spot della campagna sociale di Italia Longeva #MiVaccinoNonMiAccendo, patrocinata da Pubblicità Progresso, finalizzata ad aumentare la consapevolezza sull’Herpes Zoster e sull’importanza della vaccinazione. Per Mandelli “è importante una campagna di sensibilizzazione sui vaccini: che sia per il vaccino influenzale, per quello per l’Herpes Zoster o per l’anti-pneumococcico, serve per far fare un’evoluzione culturale ai cittadini italiani. Il ruolo e la capacità di fare delle farmacie è evidente, ma credo che dopo questi 2 anni e mezzo, a livello di professionalità, il farmacista sia di riferimento per la riorganizzazione sanitaria sul territorio. Sicuramente i farmacisti italiani hanno avuto due momenti di svolta: la legge 69/2009 con la farmacia dei servizi e il Dm77, dove ci sono chiare indicazioni di come, nella medicina di prossimità, il farmacista ha un ruolo definito”. 

La vaccinazione è diventata parte del “bagaglio professionale del farmacista – spiega il presidente Fofi – Questo è un fatto importante perché si apre la possibilità di costruire quel team di professionisti della salute sul territorio con il paziente e al centro. Dobbiamo trarre da questo il fondamento per capire come cambia la figura del farmacista, che ha avuto un’esperienza professionale importante in questi anni di pandemia. Abbiamo messo in piedi la ricetta elettronica informatica in poche ore – ricorda Mandelli – Non abbiamo avuto indecisione nei confronti di un cambiamento epocale. Il Green pass: di fronte a un obbligo dello Stato, se non ci fosse stata la struttura per permettere l’aderenza, sarebbe stato un problema. Così anche sui tamponi”. 

In particolare, “nella mia veste di parlamentare – rimarca il numero uno della Fofi – abbiamo ragionato sul farmacista come vaccinatore, cosa che succede in moltissimi Paesi nel mondo. Su questo punto voglio aggiungere che l’Istituto superiore di sanità certifica e testimonia come il farmacista, nonostante fosse iperstressato, ha frequentato con profitto tutti i corsi: il 50% si è formato, quasi 40mila farmacisti testimoniano la partecipazione dei nostri colleghi al percorso di evoluzione professionale”.  

La Federazione degli Ordini “ha voluto anche il cambiamento del percorso formativo universitario – fa presente Mandelli – introducendo la formazione sanitaria. Avendo abolito l’esame di Stato, serve il percorso che abiliti il farmacista nel ruolo sanitario di un professionista che è il protagonista della prossimità. Si va sempre in farmacia, è la porta di ingresso del servizio sanitario, a qualsiasi ora del giorno e della notte”. 

“E’ importante che, dopo l’esperienza del Covid, non si perda l’apprendimento che tutti i cittadini hanno fatto e si favorisca il più possibile l’accesso al vaccino – dichiara nel suo contributo all’evento Anna Lisa Mandorino, segretaria generale Cittadinanzattiva – Si tratta di un’opera di advocacy per un approccio prossimo e semplice, utilizzando la tecnologia, come per il Covid, digitalizzando informazioni e dati e garantendo l’accesso di prossimità come i medici di medicina generale e le farmacie. Su questo abbiamo lavorato molto negli ultimi mesi con pediatri e medici dei centri vaccinali per capire cosa fare per togliere le barriere alle vaccinazioni e abbiamo parlato con i farmacisti per saggiare il gradimento della vaccinazione in farmacia, prima che fossero coinvolti nella campagna Covid: la speranza dei pazienti e dei cittadini è diventata concreta”. 

“Nel rapporto che presenteremo il primo dicembre – conclude Mandorino – si vede come sia aumentato il riconoscimento dei farmacisti come riferimento per i cittadini. I medici e i pediatri segnalano la difficoltà di approvvigionarsi, i problemi dei tempi e del formato delle forniture. Per questo abbiamo costruito una carta dei centri vaccinali con i principi da ricordare. Le disuguaglianze sono presenti anche per i vaccini. Troppe differenze organizzative e difformità di dati disponibili non garantiscono a tutti i cittadini la prospettiva di un accesso rapido e vicino ai vaccini”.