Il caffè è tra le bevande più consumate al mondo, ecco perché il più buono in assoluto deve il suo gusto a api e uccelli
Un nuovo studio pubblicato su Pnas.org e condotto da un team di ricercatori dell’Università del Vermont ha indagato su quali siano i fattori ambientali che influenzano il gusto del caffè, giungendo a importanti conclusioni.
Caffè, ecco come ottenere il più buono del mondo
Gli scienziati hanno scoperto che i chicchi di caffè sono più grandi e più abbondanti quando uccelli e api si uniscono per proteggere e impollinare le piante di caffè.
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Gli elementi caratteristici del caffè – cioè gusto, odore, grandezza, forma e consistenza del chicco – dipendono, secondo i ricercatori, da quello che hanno definito “il lavoro della natura”.
Lo studio ha immaginato quattro possibili scenari rispetto all’influenza dell’ambiente nella creazione del caffè più buono del mondo, su circa 30 esperimenti condotti nelle coltivazioni in Sud America:
- Presenza di api e uccelli
- Presenza di api ma senza uccelli
- Presenza di uccelli ma senza api
- Ambienti privi di api e uccelli
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Lo studio sul caffè che apre nuovi importanti scenari
Grazie all’azione antiparassitaria combinata di volatili e insetti, i chicchi di caffè traggono maggiori benefici dopo la fioritura in termini di peso e uniformità dei frutti.
Senza gli uccelli e le api, alcuni dei quali viaggiano per migliaia di chilometri, i coltivatori di caffè vedrebbero un calo del 25% dei raccolti.
Sarebbe un danno enorme per l’economia mondiale: il business legato all’oro nero a livello globale tra chi coltiva e chi distribuisce si attesta infatti sui 23 miliardi di euro l’anno.
“Fino ad ora, i ricercatori hanno in genere calcolato i benefici della natura separatamente e poi li hanno semplicemente sommati”, ha affermato l’autrice principale Alejandra Martínez-Salinas. “Ma la natura è un sistema interattivo, pieno di importanti sinergie e compromessi. Mostriamo l’importanza ecologica ed economica di queste interazioni, in uno dei primi esperimenti su scala realistica in fattorie reali”.
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