La ‘ragazza afghana’ fotografata nel 1985 da Steve McCurry è stata portata in salvo dall’Afghanistan a Roma: decisivo l’intervento del governo
Quegli occhi verdi pieni di paura e orrore per ciò che a soli 12 anni ha dovuto vedere, perdere e subire, fanno parte di tutti noi: la ‘ragazza afghana’ oggi ha 48 anni e da quando è stata fotografata per la prima volta da Steve McCurry, di cose – forse ancor più indicibili – ne ha viste.
Sharbat Gula, la Mona Lisa dell’Afghanistan, ritratta nel 1985 dal grande fotografo per National Geographic, riconosciuta in tutto il mondo, simbolo della sofferenza di un intero popolo, si trova ora a Roma, al sicuro.
Sharbat Gula, storia degli occhi più famosi al mondo
Decisivo l’intervento del governo che “ne ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani”.
La missione tricolore risponde – si legge ancora in una nota diffusa da Palazzo Chigi – “alle sollecitazioni di quanti nella società civile e in particolare fra le organizzazioni no profit attive in Afghanistan hanno raccolto, dopo gli eventi dello scorso agosto, l’appello di Sharbat Gula a essere aiutata a lasciare il proprio Paese”.
Finalmente un po’ di pace per la ragazza afghana
Quando Steve McCurry la fotografò in un campo profughi a Peshawar, Sharbat Gula aveva già perso i genitori e con la nonna, il fratello e le tre sorelline aveva attraversato le montagne giungendo in Pakistan. La ragazza afghana è stata protagonista di un altrettanto famoso ritratto all’età di 30 anni dopo mesi di ricerca da parte del fotografo.
Dopo averla ritrovata, McCurry ha raccontato:
“Non c’erano dubbi nella mia mente che quella fosse la ragazza che avevo ripreso anni prima. Gli occhi erano gli stessi, aveva la stessa cicatrice distintiva sul naso. Tutte le caratteristiche del viso corrispondevano. Ho capito subito che era lei”
Oggi ha 4 figli, nel 2016 è andata in prigione perché in possesso di documenti falsi, poi è tornata in Afghanistan da cui ha sempre tentato di fuggire. Adesso, a Roma, almeno per un po’, quegli occhi ancora impauriti vedranno qualcosa di diverso rispetto ai cumuli di macerie che per troppo tempo sono stati l’unico panorama per la donna.
Foto: Kikapress