Scoperto il pianeta di zucchero filato
Una nuova scoperta astronomica sta appassionando scienziati e profani di tutto il mondo: è stato infatti individuato a 212 anni luce di distanza da noi un esapianeta molto strano, soprannominato “pianeta di zucchero filato” per alcune particolarissime caratteristiche.
Il pianeta in questione si chiama ufficialmente Wasp-107b, ma gli autori della scoperta hanno voluto avvicinarlo allo zucchero filato per la sua leggerezza.
Foto: Shutterstock
Grande come Giove ma molto leggero
Esso è infatti grande quanto il nostro Giove ma risulta più “light” di 10 volte. Ovvero la sua densità è estremamente inferiore a quella di Giove nonostante sia un pianete gigante.
È grande come Giove ma molto meno denso: il mistero di Wasp-107b
Stando alle valutazioni degli esperti, pubblicate sull’Astronomical Journal, ciò indica che i pianeti cosiddetti gassosi si formano molto più facilmente di quanto non pensavamo fino ad ora.
Foto: Shutterstock
Pianeti gassosi: passo avanti per capire come si formano
L’astrofisico Björn Benneke, dell’università di Montrèal, coinvolto nel gruppo di ricerca internazionale coordinato da Caroline Piauliet, ha spiegato:
“La scoperta ha grandi implicazioni perché affronta il tema fondamentale della formazione dei pianeti giganti possono formarsi”.
Con una densità così bassa, è emerso che il pianeta di zucchero filato ha un nucleo solido pari al massimo a 4 volte la massa della Terra. Tuttavia gli scienziati si aspettavano che fosse almeno 10 volte maggiore per poter accumulare una importante quantità di gas intorno.
Leggi anche: >> AVETE MAI VISTO UNA ECLISSI SOLARE SU GIOVE? COS’HA RIPRESO LA SONDA JUNO
Foto: Shutterstock
Il pianeta Wasp-107b nato lontano dalla sua stella
Evidentemente – questa la tesi degli esperti – Wasp-107b si è formato molto lontano dalla sua stella per poi avvicinarsi ad essa rispetto all’inizio:
“Il pianeta successivamente – ha aggiunto – è stato in grado di migrare nella sua posizione attuale, sia attraverso le interazioni con il disco che con altri pianeti nel sistema” ha fatto sapere una degli autori della ricerca, Eve Lee.
Foto: Shutterstock