“Da febbraio a giugno” la pandemia del coronavirus ha creato “un disastro senza precedenti nella storia d’Italia” con una perdita “di 25 milioni di spettatori. Una dimensione devastante della crisi sulle sale cinematografiche”. Lo ha detto il presidente dell’Anica, Francesco Rutelli, nel corso dell’audizione in commissione Cultura al Senato, ricordando che il 2019 ha segnato 100 milioni di biglietti staccati ed è stato l’anno con la maggior crescita di biglietti venduti in Europa. “Adesso è importante che il Governo sostenga l’esperimento del Moviement Village con il cinema all’aperto”, ha ribadito.
Rutelli ha anche sottolineato la necessità che ripartano le produzioni: “La problematica principale è che film e serie hanno bisogno di ripartire e aspettiamo dal governo un adeguamento del tax credit e misure di sicurezza chiare, punto fondamentale per aprire i set tutelando i lavoratori della filiera”. Infine il presidente dell’Anica ha paventato una “tempesta perfetta se non arrivassero nuove risorse, l’Italia perderebbe il suo ruolo autorevole nel settore”.
“Se le nostre imprese avessero una crisi di liquidità – ha sottolineato Rutelli – a causa anche della loro dimensione, l’Italia perderebbe un posizionamento decisivo, ma perderebbe anche la guida del processo autoriale e creativo, diritto di catalogo e occupazione in una misura drammatica. Ecco perché oggi investire su questo comparto è importante per il Paese”, ha concluso il presidente dell’Anica.
“Il presidente dell’Anica Rutelli ha parlato di 25 milioni di spettatori persi, noi abbiamo stimato una perdita che invece arriva a 30 milioni di spettatori e 300 milioni di euro di fatturato per le 1.200 sale con complessivi 4.000 schermi” ha detto in audizione il presidente dell’Anec, Mario Lorini.
Un settore che, ha sottolineato, “fin dall’inizio di febbraio ha vissuto un periodo di gravissima emergenza e le settimane successive si sono poi concretizzate in un crollo del 90% di tutto il mercato. Questa interruzione del rapporto con il pubblico ha portato a un percorso di ripartenza più tortuoso, ci sono delle pesanti incognite sulle tempistiche. Venivamo da un periodo anche molto solido di crescita e le incertezze che vive in questo momento il settore ci creano forti preoccupazioni anche per il livello occupazionale che è sostenuto solo fino a metà luglio”.
Lorini ha parlato anche della difficoltà di ripartire a causa di “alcune criticità sulle indicazioni delle capienze delle sale, sulla distanza tra gli spettatori e l’obbligo di indossare la mascherina che è tornato pochi giorni fa a causa dell’interpretazione di una nota del ministero della Salute. Ci sono messaggi non molto chiari”.